Da ieri la panchina del Milan è stata affidata ufficialmente a Filippo Inzaghi, che ha firmato un accordo biennale, valido dunque fino al giugno del 2016. Con uno striminzito comunicato stampa, dunque, il club di Via Aldo Rossi ha ufficialmente chiuso dopo soli sei mesi il capitolo Clarence Seedorf. Nessuna sorpresa, per carità, visto che il divorzio era annunciato da tempo: l’olandese, tornato a Milano “per debellare il virus” che aveva infettato l’ambiente, ha ottenuto risultati tutto sommato buoni, ma ha rotto dopo pochissimi giorni con frange dello spogliatoio e con la dirigenza.
Sono bastate poche settimane per trasformare i sorrisi e gli abbracci dei primi giorni in ripicche e dispetti: alcune ex compagni del Botafogo se l’aspettavano, “Clarence è uno che vuole cambiare tutto e subito”. Probabilmente non è stato l’uomo più adatto al momento che stava vivendo il Milan: serviva forse più diplomazia e meno voglia di fare piazza pulita. Comunque sia, ieri si è consumato l’ultimo atto della storia tra il Milan e Seedorf, ma non è detto che non ci sia una coda legale. In un primo momento si era parlato dell’ipotesi di licenziamento per giusta causa, con gli avvocati Fininvest pronti a replicare quanto fatto dalla Lazio con Petkovic. Berlusconi ha invece deciso di usare la linea morbida, offrendo un’importante buonuscita all’’olandese.
Seedorf, sotto contratto con il Milan per altre due stagioni, dovrà percepire qualcosa come 10 milioni di euro: “te ne diamo 5 e rompiamo il contratto”, è stata la proposta rossonera secondo ‘Il Giornale’. Niente da fare, la manager di Seedorf ha rifiutato qualsiasi negoziato con il club rossonero ed è deciso ad incassare lo stipendio intero per i prossimi due anni, a meno che non arrivi una proposta allettante da un’altra società blasonata. Nell’immediato, Seedorf è concentrato sul ruolo di commentatore dei Mondiali per la Bbc, ma nono è escluso che già in questi giorni parta una causa nei confronti del Milan per danno d’immagine.
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